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venerdì 24 maggio 2013

Primavera a Londra


La Royal Albert Hall è una delle sale da concerto più famose del mondo. Qui hanno suonato tutti i più grandi artisti, sia di musica classica che moderna. Gruppi e cantanti rock. Star della lirica. E' bello girarci attorno, ammirare la sua struttura, e poi entrare a curiosare nel foyer e nel bar ... Tutto attorno edifici di mattoncini ocra e terra di siena bruciata, pieni di bellissimi comignoli di ogni forma e dimensione ...


Ecco. Kensington Garden. Il tempo vola, sta li sopra la torretta con l'orologio blu. Ci ricorda una verità assoluta. Se ne vola via come gli uccelli, incuranti di quanti li intorno alla fontana coperta e sormontata dall'orologio, si affannano ... Vecchi, giovani, madri e bambini, atleti. Una umanità sempre in movimento. Time Flies Away. Scaldato però da un bellissimo sole, oggi.


Entriamo al V&A Museum tutto sommato un po' scettici. Sulle guide lo descrivono come un museo in cui si può vedere lo stile di vita degli inglesi dal 700 in poi ... sembra più un luogo pieno di suppellettili e chincaglierie. Si rivela invece una miniera di bellezza. Una enorme miniera di bellezza. C'è la mostra su Bowie (fino alla fine di luglio). Poi è vero ci sono un sacco di tappeti, piattini e tazzine. Ma anche sale e sale di dipinti (una sala con parecchi Raffaello) e sculture bellissime, crocifissi lignei. Una sezione sul design del '900 allestita davvero bene. Crocifissi lignei. Una intera sezione dedicata alla moda dal 700 ai giorni nostri. Una sezione sul teatro. dalle marionette alle scene agli abiti, compresi quelli utilizzati dalle star del Rock per le loro performance (Gabriel, Bowie appunto, Led Zeppelin, etc ...). Insomma un posto dove passare se si vuole un intero giorno. A noi è capitato di esser li di Venerdì, in cui prolungano l'apertura con un Friday late Night che dura fino alle 23. Bene. 
Concerti dedicati a Bowie nelle sale. performance. bar. Concerto per piano solo di temi da Ziggy Stardust nella caffetteria (dove ho fatto la matita dello sketch che vedete, il colore l'ho dato a casa ...). Una conferenza del curatore della mostra fatta sulle scale, con l'interazione del pubblico. Museo pieno stracolmo e vivo. Ma tutto perfettamente ordinato e funzionante. Una meraviglia. E cosa non trascurabile: GRATIS !!!


Acquerelli, matita e penna china Staedtler su Moleskine
Londra, Aprile 2013

martedì 9 ottobre 2012

Ischia ... il sole ... il mare ... le terme



Dal traghetto partendo da Pozzuoli


La costa e la vecchia Italsider dal traghetto


Procida sfila davanti a noi a grande velocità ...

perdersi nell'acqua calda ...

Le maioliche decorate sono uno spettacolo ...

Il castello Aragonese ad Ischia Ponte, al mattino presto 

lunedì 20 agosto 2012

Dalla Grecia alla Turchia (I)

[english text at the end, below]

I) Rodi 

Siamo a Rodi. Solo di passaggio. Domattina si riparte per la costa turca qui di fronte. E' tardo pomeriggio e ci perdiamo per la città vecchia, quella dentro le mura erette dai cavalieri. L'isola è stata il crocevia di commerci, eserciti, battaglie, occupanti, popoli e delle loro  culture. Si vede chiaramente dalle architetture e dalla contaminazione degli stili. Nella parte alta della città vecchia si staglia l'ormai inutilizzata Moschea di Soleyman. Qui sotto, mentre il sole pian piano vira sui toni caldi del tramonto, mi seggo a disegnare ed a pensare a Corto Maltese che muove i primi passi nella sua avventura "La Casa Dorata di Samarcanda". 



Poi la sera pian piano ha il sopravvento, e la città mostra il meglio del suo profilo al cielo rossastro ed alla mezzaluna che si staglia alta nel cielo.




Rodi - Dodecaneso, Grecia 
Acquerello e matita 
Luglio 2012


II) Da Rodi  a Fethiye


Si va ad est. Da Rodi a Fethiye via nave. Ed arrivati lì non è ancora finita. Paolo ci aspetta con una piccola barca e ci porta sull'isoletta di Sovalye, di fronte la cittadina, in mezzo alla grande baia, dove siamo alloggiati alla Maison de Sovalye


L'isola, il cui nome viene dalla parola francese "chevalier" ha chiare le sue origini. Sito romano (resti e mosaici in stato di abbandono) e poi sede di un piccolo forte dei Cavalieri di Rodi. Il luogo è bellissimo e la casa ha una terrazza a veranda sul mare rivolta ad ovest, da dove ogni sera il tramonto sull'Isola Rossa  ti stupisce con la sua tavolozza di toni caldi. La veranda e la scogliera appena sotto, sono ricoperte di fiori di campanule, che di giorno hanno un tenue colore violetto e di sera  al  tramonto virano verso un viola fucsia. 


Sull'isola ci sono alcune piccole spiagge di ciottoli. In una in particolare c'è una doccia, una fontana con acqua freschissima e degli alberi direttamente sulla spiaggia, alla cui ombra si sta divinamente, cullati dal vento.


Poi ci si diverte ad andare al mercato settimanale, un affollatissimo bazar dove si vende di tutto. Ma sono sopratutto i banchi carichi di frutta e verdura fresca portata dai contadini della zona ad attirare la mia attenzione. Mi metto a disegnare nel mercato, in mezzo alla confusione più totale, e i venditori vengono a sbirciare il lavoro, ridono e si divertono. Ed alla fine oltre a regalarmi della frutta, vogliono farsi una foto insieme a me !!


Poi si va in pullman ad Ölüdeniz, una bellissima spiaggia di ciotoli con dietro una laguna. Acqua color turchese e bagno lungo e rigenerante.



Fethiye, Isola di Sovalye, Oludeniz [Turchia]
Acquerello e matite su Moleskine
Luglio 2012


III) Attorno a Fethiye

A Fethiye ci sono resti del passato. Tracce di quanti nei secoli hanno soggiornato e costruito, lasciando testimonianza. Le giornate sono molto calde, e così decidiamo di muoverci nel tardo pomeriggio per fare una visita a due siti archeologici che sono a ridosso della cittadina. 
Ci arrampichiamo in mezzo ad una serie di ripidi vicoli della parte antica del paese. Non c'è nessuno, ma all'improvviso sbuca fuori un tipo che in un inglese smozzicato ci fa capire che lui è una guida "turistica" e che ci accompagna dove vogliamo per una visita. Rifiutiamo e dopo un po' di insistenze, alla fine si allontana e ci lascia in pace. percorriamo una strada che è una sorta di circonvallazione e poi alla fine arriviamo ai resti di un castello, che era in origine dei Cavalieri di San Giovanni o di Rodi. la struttura è piuttosto malconcia e in stato di incuria, ma nonostante questo si intuisce la grandezza della stessa. E sopra svetta un grande pennone con l'immancabile bandiera rossa con mezzaluna e stella bianca.


Da lì, la strada scende dolcemente e passa tra collinette dove ci sono resti di piccole tombe rupestri. Un piccolo antipasto di quello che troviamo più avanti e cioè diverse tombe licie  datate 400 a.C. circa, quando la città si chiamava Telemssos. Tra queste tombe si segnale quella di Aminte, scavata nel mezzo di una roccia, che possiede una facciata da tempio ionico che fu ricavata dal pieno nell'anno 350 a.C. La luce del tramonto esalta il colore arancione e caldo della roccia e le ombre assumono toni scuri e violacei. Delle due tombe più maestose, una ha una colonna monca nella parte inferiore e questo le da una ben strana asimmetria.



Intanto il sole sta tramontando in fondo alla baia, e lo spettacolo che si crea man mano che la luce scema è qualcosa di fantastico. Disegno al tavolino di un piccolo bar che affaccia dall'alto sulla città e sulla baia. L'isola di Şövalye sembra sospesa sull'acqua che è diventata perlacea, mentre le sagome scure delle colline in primo piano e della città, cominciano a riempirsi di luci.


Poi tornando in città ci concediamo una cena a base di pesce all'interno del mercato della cittadina.

Fethiye - Turchia

Acquerello e Matita su Moleskine
Luglio 2010

I) Rhodes (Greece)


We're in Rhodes. Just passing through. Tomorrow morning we leave for the coast of Turkey just in front. It 's late afternoon and we lost in the the old town, the one inside the walls erected by the Knights. The island has been the crossroads of trade, armies, battles, occupants, peoples and their cultures. It is clearly seen from the contamination of styles and architectures. At the top of the old town stands the now unused Mosque Soleyman. Below, as the sun slowly turns on the warm tones of the sunset, I sit down to draw and think about Corto Maltese, which here walked its first steps in his adventure "The Golden House of Samarkand".
Then the night slowly takes over, and the city shows the best of his profile to the reddish sky and the crescent moon that rises high.


II) From Rhodes To Fethyie (Turkey)

Wake uo early, going to the harbour. We  go  eastbound. From Rhodes to Fethiye, by ship. And there is not yet over. Paolo waiting for us with a small boat and takes us on an island of Sovalye, opposite the town, in the mid of the great bay, where we are staying at the Maison de Sovalye.
The island, whose name comes from the French word "chevalier" clearly has its origins. Roman site (ruins and mosaics in a state of neglect) and then a small fort of the Knights of Rhodes. The place is beautiful and our home has a terrace with a veranda facing the sea toward west, where every evening the sunset over the Red Island charms you with its palette of warm tones. The veranda and the cliff just below, are covered with flowers of bluebells, which have a pale purple color during day and turns towards a purple fuchsia at evening.
On the island there are a few small pebbles beaches. And in one of them, there is a shower and a fountain with fresh water and then trees on the beach, in whose shadow is  really nice to be lulled by the wind.
Then we have fun to go to the weekly market, a crowded bazaar where locals sell everything. But the banks are mainly loads of fruits and vegetables brought there by farmers in the area, and those attract my attention. I start to draw inside the market, in the midst of utter confusion, and the sellers come to glimpse the work, laugh and having fun. And at the end they  give me fruits as present and at last they want to take a picture with me!

Then we go by bus to Oludeniz, a beautiful pebble beach with a lagoon behind. Turquoise waters and long bath and rejuvenating.



III) Around Fethyie (Turkey)


In Fethiye there are ruins of the past. Traces of many people over the centuries lived and built there, leaving traces. Days are very hot, and so we decide to move late in the afternoon to visit two archaeological sites close to the little town. We climb a series of steep narrow row in the old part of town. Nobody's there. But suddenly a strange fellow comes out talking in a sort of strange English language, telling us "I'm a tourist 'guide'", and that he could drive us everywhere we want visit. We firmly reject and after a little insistence, luckily he goes away and leave us alone. Walking along a road that is a sort of ring road we arrive to the ruins of a castle, which originally belonged to the Knights of St. John of Rhodes. The structure is rather dilapidated and in a state of neglect, but even so you can imagine the size of it. At the peek stands a large flagpole with the inevitable red flag with white star and crescent half-moon. 
From there, the road passes between gently sloping hills where there are remains of small rock tombs. A small taster of what we find later, where several Lycian tombs dated 400 BC circa, when the city was called Telemssos. Among these tombs the ones called Aminte, dug in the middle of a rock, which has a facade of Ionic temple which was milled from the year 350 BC. The sunset light enhances orange of the rock and shadows take dark purple tones. Of the two most impressive tombs, one has a truncated column at the bottom and this gives her a strange asymmetry. 
In the meanwhile, sun is setting on the bay, and the show that is created as the light fades is something fantastic, drawing at a table in a small bar that looks out over the rooftops and the bay. The island of Sovalye seems suspended over the water that has become pearly, while the dark shapes of the hills in the foreground and the city lights begin to fill. Then back to the city we allow ourselves a dinner of fishes in the market of the town. 

giovedì 16 agosto 2012

Calabria Experiencing

Dopo aver dipinto ad acquerello in Turchia e Grecia un intero Moleskine, avevo bisogno di pennarelli e brushpen. Principalmente in bianco e nero. Ecco un piccolo esperimento di sovrapposizione, effettuato direttamente sulla Moleskine. Sfondi con pennarelli brushpen Tombow su cui sono inseriti gli elementi disegnati con Pentel Slicci 0,4.


Spiagge Rosse, Isola Capo Rizzuto 
14-08-2012
Pennarelli brushpen Tombow e Pentel Slicci 0,4

martedì 31 luglio 2012

Fogliano, 36^ Sketchcrawl

A Fogliano si è tenuto il festival annuale. Gli organizzatori  hanno invitato il gruppo di Sketchcrawl di Latina a partecipare disegnando il Borgo dal vero. Abbiamo volentieri accettato ed eravamo una decina di persone.  E visto che non abbiamo partecipato alla SC internazionale del 14/07/2012, abbiamo considerato questa giornata, anche se in ritardo, come la nostra sketchcrawl ...

Questa è una delle pagine  realizzate su di una Moleskine giapponese, con l'utilizzo di matite e pennarelli Tomboy.

Invece Qui potete trovare il mio contributo integrale, realizzato come detto su di una Moleskine giapponese, e quindi una volta completamente aperto, lungo circa 2 metri. Si tratta di una visione a 360° del borgo e del lago.

lunedì 4 giugno 2012

Ventotene, Giugno

E' sempre bello tornare sull'isola. Io la chiamo così, l'"isola". Quasi ci fosse solo questa. Ho imparato a conoscerla negli anni, nei pregi (tanti) e nei difetti (pochi). ma ogni ritorno ed ogni approdo, mi fa scoprire luoghi nuovi ed imprevisti. Poi come sempre, la smania di disegnare mi prende, e viene via così ...

Scogli a Cala Nave, con Santo Stefano

Frammenti da Piazza Castello

Poco prima del tramonto, sulla strada per Punta dell'Arco (Ischia saluta tra la foschia !!)

Il tramonto su Ponza e Zannone


Campi di lenticchie a mezzogiorno

Cocktail di Ventotene con sapori di Acquerello, Matite, Brush Pen e Penne a China. Tutto "shakerato" e servito ghiacciato, con fetta di limone e Schweppes.
1, 2  e 3 Giugno 2012

lunedì 28 maggio 2012

(Quasi) Carnevale fuori stagione

Ho approfittato della splendida ospitalità di amici per fare una piccola fuga a Rocca di Mezzo, in Abruzzo. L'occasione è la Festa del Narciso che ogni anno fa sfilare dei carri addobbati principalmente con il narciso, un fiore che cresce in abbondanza sugli altopiani di queste montagne.
Nel tardo pomeriggio, dopo la pioggia, mi faccio un giro per il paese, giusto in tempo per cogliere le striature rosse del tramonto sul cielo che va rasserenandosi. Il paesino è quieto, anche se nella piazza già si respira aria di piccola competizione.
Dopo cena usciamo a curiosare nei vari rioni dove si costruiscono e allestiscono i carri che sfileranno domani pomeriggio. Sono carri costituiti da telati su cui è posta una fitta rete a maglie strettissime  in cui vengono infilati gli steli dei fiori, in modo che le corolle formino una superficie quasi uniforme. Un lavoro immane, che ha una sua bellezza ed un profumo particolare. la costruzione in realtà dura da mesi, e stasera c'è solo l'atto finale, che per ovvie ragioni biologiche, può esse effettuato solo all'ultimo momento. E così decine di persone e sopratutto bambini partecipano alla posa dei fiori sul telaio del carro. L'eccitazione è alta, perché il lavoro da fare è tanto e tutti vengono invitati a contribuire. Allora mi metto, in piedi, a disegnare, dove c'è la luce di un grande riflettore che illumina la zona di lavoro. I ragazzini subito vengono intorno a curiosare, e mentre la scena prende forma sul foglio, commentano e ridono sorpresi ed incuriositi. Io approfitto del feeling che si instaura e mi faccio raccontare della tradizione, di quello che fanno e come lo fanno, di chi partecipa alla competizione, delle regole che vengono utilizzate per la premiazione  nella sfilata del giorno successivo. E la loro gioia nel farti partecipe delle storie del paese mi ripaga del freddo e della fatica del disegnare in quelle condizioni. 


Il giorno dopo è una bellissima giornata. Approfittiamo per salire dai Piani di Pezza (1500 mt circa) fino al Rifugio Sebastiani a 2106 mt. bellissima passeggiata prima su prati verdissimi e poi in una faggeta fitta e maestosa. Poi il tratto finale su roccia e qualche residua macchia di neve ormai quasi  andata. Di lassù la vista è bellissima. Il Monte Rotondo, in fondo il massiccio del Sirente. Di fronte in basso i Prati di Pezza da cui siamo saliti, ed a destra la conca di Campo Felice. Nel pomeriggio poi in paese a vedere l'ultima parte della sfilata dei carri. Ma il bello in fondo, è stato vederli allestire.


Rocca di Mezzo, L'Aquila, Abruzzo
Chine Acquerelli e matite su Moleskine Folio


Maggio 2012

mercoledì 16 maggio 2012

Gaeta. Su e giù (2)

Partiamo dalla Spiaggia di Serapo, salendo su per la strada asfaltata fino ad arrivare al Santuario della SS Trinità, che però qui chiamano tutti Santuario della "Montagna Spaccata". Il santuario fu edificato nell'XI secolo, sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella Grotta del Turco, creatasi, secondo la leggenda, al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta "Mano del Turco", la forma di una mano (le cinque dita nella roccia) che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un "miscredente" marinaio turco, che non credeva, cioè, alla storia che gli era stata raccontata sulla causa della spaccatura nella roccia, si era appoggiato alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione formando l'impronta della mano.
Non posso resistere alla vista, e così mi fermo sulla scalinata a disegnare, incurante dei turisti che scendono e salgono per la lunghissima scala fino ad  arrivare in fondo alla fenditura, dove c'è il mare ed una piccola spiaggia di ciottoli. 

Montagna Spaccata - La Grotta del Turco
I colori sono cupi e le pareti scure e piene di concrezioni e piccole stalattiti. L'acqua però, colpita dal sole e dalla luce esterna ha  splendidi colori chiari con sfumature di celeste e di verde acquamarina. 

Ritorniamo su, e proprio di fianco alla chiesa, parte una mulattiera che sale nel bosco verso la cima del Monte Orlando. E' tutta all'ombra, ed ogni tanto si avvicina allo strapiombo delle scogliere altissime, da dove si possono ammirare i gabbiani che roteano più in basso sulla superficie del mare verdissimo.
Alla fine si esce su di una strada, nella zona dove ci sono diverse vecchie polveriere in parte restaurate ed adattate a Musei, bellissimi luogo di visita con guide competenti ed appassionate. Si è a mezza costa, e da lì si ammira il faro che svetta sulla cima del Monte Orlando.   

Il faro di Monte Orlando

Ed è lì che siamo diretti. Dopo un po' il sentiero ci porta alle balze del fortilizio, all'interno del quale svettano il faro  della Marina Militare (funzionante), e il mausoleo di Lucio Munazio Planco.

Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco ed il Faro

Edificato nel 22 a.C., è in blocchi di pietra e domina su tutta la città. Al suo interno un corridoio circolare conduce alle quattro camere mortuarie, in fondo al corridoio fa bella mostra di se la statua del console. Poi da lì è discesa fino al vecchio Borgo.


Per lo più matite ed acquerelli. A volte un po' di  penna a china Pilot G-tec-C4 e Pentel Brush Pen.
Gaeta 13/05/2012

lunedì 14 maggio 2012

Gaeta. Su e giù (Parte I)

La prima discesa è a metà mattinata, arrivando con l'auto dalla Via Flacca prendo a destra giù per la grande spiaggia di Serapo. Mi fermo dove c'è lo scoglio che  la gente di qui chiama "Nave di Serapo", Tiro fuori l'occorrente per disegnare. La  giornata mi si mette subito di traverso. Mi accorgo di aver dimenticato a casa la mia amata tavolozza di acquerelli. Ma in qualche modo sono fortunato. Ce n'è un'altra con quelli che normalmente non uso. Quindi colori un po' alla rinfusa, ma comunque di buona qualità. Ci sono delle assenze gravissime ai miei occhi :) ... sopratutto i viola e l'indaco, fondamentali nel mio modo di colorare. Rimedierò per il viola a forza di miscele di azzurri e cremisi. Non il massimo, ma di necessità virtù. E meglio così, che altrimenti il weekend  si sarebbe rovinato irrimediabilmente. 
Così mi faccio prendere dalla vista della baia e del Monte Orlando di fronte, e questo mi riconcilia co mondo e con la giornata.

Gaeta - Il Monte Orlando e la spiaggia di Serapo


Poi me ne vado a piedi sul lungomare del golfo, verso la vecchia città. Mi faccio prendere dal piccolo campanile dell'Annunziata. Il sole comincia a scaldare. Urge cappello.  I tagli di luce e di ombra sono molto verticali, il sole è già alto.

Gaeta - Chiesa dell'Annunziata

Termino e mi sposto avanti di una cinquantina di metri. La chiesa dell'Annunziata è li che mi chiama per farsi ritrarre. Tantissime ombre sulla facciata giocano con le forme. Il bianco accecante della carta mi schianta gli occhi e gli acquerelli  si divertono a seccare in fretta con l'aiuto del sole. Ci vuole un'oretta per giocarci a dovere con l'Annunziata. E mentre son lì, la gente passa sul lungomare curiosando, con l'immancabile commento di qualcuno che si lascia andare nel classico "Proprio uguale, oh. Uguale!!". Vorrei dirgli che non è un complimento. Che uguali, forse, sono le fotografie, se non ci metti occhio e testa. ma tanto son sicuro, non capirebbe. Ringrazio a mezza bocca, auguro buona giornata, sperando che tornino in fretta ai loro affari.

Gaeta - Chiesa dell'Annunziata
Mi alzo e me ne vado in un piccolo bar a mangiar qualcosa. Al tavolino all'ombra tiro fuori la moleskine. Disegno un'auto proprio davanti al bar, tanto per non perder l'abitudine con le automobili. Pi guardo l'insegna del bar ... "Cafè de Paris", recita!!! A Gaeta? ma quando mai !! ....


Vado verso il centro di Gaeta vecchia. La Torre del Duomo è lì dietro.

Gaeta - Il campanile del Duomo

La disegno, ma non ne sono soddisfatto. Troppo slanciata, che l'originale è un poco più tozza. Ma va bene così. ... Ritorno sul lungomare. 

Gaeta - Panorama dal porto. La Chiesa di san Francesco e quella dell'Annunziata

Mi seggo e mi diverto a disegnare la Chiesa di san Francesco che è alta sulla collinetta. Le luci e le ombre mi piacciono tantissimo, con i contrasti forti del primissimo pomeriggio. Il sole mi danna e mi delizia. E poi barche e rimorchiatori sul molo, fan bella mostra di se. 

Gaeta - Al porto

Non termino. Lascio a metà. La mano e sopratutto gli occhi sono stanchi di luce.  Torno  a Serapo. Piero mi ha detto di dare un'occhiata alla vecchia vetreria. La ciminiera svetta su tutto e dietro vecchi capannoni di metallo rugginoso e lamiera. Molto attraente. 

Gaeta - La vecchia vetreria abbandonata

Mi appoggio al muro di fronte nel viale deserto e assolato. Disegno tutta la fatica che ci deve essere stata li dentro per anni ed anni. Chissà quale sarà il futuro. Al baretto sulla spiaggia di Serapo, son tutti lì a dire che bisogna abbattere tutto, che ci sono le scorie ed i rifiuti. Che ci vanno gli animali. Insomma una "fetenzìa". Magari è anche vero. Il mio timore è che come al solito diventi un'area edificabile dove fare palazzi. Poi a 300 metri dal mare !!! Che almeno la ciminiera si salvi, però ....

Gaeta - La salita degli Scalzi


Al tramonto, poi me ne vado giù per la lunghissima via Indipendenza, con i suoi infiniti vicoli. Mi compero la tiella con i polipetti e quella con la scarola. Vere delizie della cucina tradizionale gaetana. Alla fine trovo questa bella gradinata in salita, che se ne parte dalla via. In cima la chiesa che comincia a riposare ... quasi come noi. E' ormai l'imbrunire.

Per lo più matite ed acquerelli. A volte un po' di sanguigna e penna a china Pilot G-tec-C4.
Gaeta 12/05/2012


mercoledì 2 maggio 2012

Paludi, ferrovie e stazioni abbandonate

Ci passi davanti, le guardi e li per li vedi che c'è qualcosa di stonato. Fuori contesto. Fai fatica a capire, ma solo perché le guardi con gli occhi di oggi.  Se li chiudi, gli occhi, e immagini il tempo passato, e poi li riapri e le guardi con occhi nuovi e consapevoli, allora capisci. Non sono poi tanto fuori contesto. ne apprezzi la forma e pensi a tutto quello che è stato. A chi da li è partito o è tornato. Fino a quando. E se qualcuno c'è ancora che ha memoria diretta di quello che era.

E' questa l'idea che mi gira nella testa da un po' di tempo. Ci faremo un lavoro su questo. Voglio capire, cercare, vedere, ritrarre e se trovo testimonianze dirette, raccoglierle. 


Lo scorso lunedì ho approfittato di un paio di ore di libertà e sono andato a Ninfa. Poco sopra il laghetto c'è la vecchia stazione ferroviaria Norma-Ninfa, ormai diventata abitazione privata, ma con ancora segni evidenti della sua antica funzione. Base a matita HB, poi penna a china Pentel Slicci ed acquerello.

sabato 21 aprile 2012

35^ Sketchcrawl - Sperlonga (LT)

Oggi era il giorno della 35^ Sketchcrawl Internazionale. Uno dei quattro appuntamenti annui, in cui tutti quelli che fanno riferimento al movimento degli Urban Sketcher, si ritrovano insieme nelle varie località a disegnare. Il nostro gruppo per la giornata odierna ha disegnato nel borgo marinaro di Sperlonga (LT). Le previsioni meteorologiche non erano delle migliori. Ma a dispetto di ciò, e per nostra grande gioia, invece c'è stata una bellissima mattinata di sole. Purtroppo non eravamo in molti. Abbiamo comunque onorato l'appuntamento al meglio. Con impegno e divertimento. D'altronde il luogo, per la sua posizione e per la sua bellezza, è uno di quelli che non ti lascia indifferente. Ci siamo posizionati su di una Piazza/Terrazza dove il sole batteva generoso (anche troppo a volte), e dove si godeva la vista della grande spiaggia verso la Villa di Tiberio (sud) e la Torre Truglia.

Di seguito i miei sketch :

Vicoli, salite  ed alberi
Penna a china ed acquerello; Pentel brushpen su Moleskine Folio






La Torre Truglia
Matita ed Acquerello su Moleskine Folio


Alberi, case e mare (ah, poter svegliarsi lì ed aprire la finestra al mattino presto)
Acquerello su Moleskine Folio


La vista della spiaggia verso la Villa di Tiberio (con la colonia di "pinguini" sulle tavole da surf)
Matita ed Acquerello su Moleskine Folio



Le case affacciate sulla terrazza sul mare (un extreme-sketch da 10 minuti per la matita e le ombre, mentre già raccoglievamo le nostre cose, e poi finito di colorare a casa)
Matita ed Acquerello su Moleskine Folio

domenica 15 aprile 2012

Sassonia, Turingia ed altre amenità ... (III)

Weimar in fondo è una piccola città, che spunta con i suoi campanili, da lontano in mezzo alla campagna. Quei campanili che Feininger disegnava e che si è portato nei ricordi in tanti sue astrazioni disegnati in America. Weimar è un luogo dell'immaginario dove si possono gustare nei chioschetti per strada fantastici wurstel della Turingia. Weimar ha dato al mondo ed alla storia tantissimo. Weimar è la casa di Goethe, è il suo mondo prima e dopo in viaggio in Italia. Weimar è Schiller. Weimar è la culla della filosofia. Weimar è la musica di Bach e di Lizst. Weimar è la Repubblica, di ispirazione democratica. Weimar è la nascita della Bauhaus con il suo design ispirato al pensiero che "la funzione definisce la forma". Weimar è il campo di concentramento di Buchenwald, da dove (a dispetto del poetico nome, che vuol dire il bosco dei faggi), 56.000 uomini e donne non sono mai ritornate. Weimar è la meravigliosa biblioteca della duchessa Anna Amalia Herzogin bruciata nel 2004 e subito ricostruita, in cui ho ammirato una bellissima mostra di taccuini dei secoli scorsi.




Pecorelle Pasquali, Tetti di Weimar, Carrozzella, Concerto "Variazioni Goldberg" di Bach
Matita ed Acquerello su Moleskine Folio
Weimar, Aprile 2012



Oggetti del Museo Bauhaus
Penna a china ed Acquerello su Moleskine Folio
Weimar, Aprile 2012

Cross-posted on http://www.notnottana.blogspot.com/

venerdì 13 aprile 2012

Sassonia, Turingia ed altre amenità ... (II)

Dresda è una tempesta di neve d'Aprile, un turbine di fiocchi grandi come rose. E' un incanto di edifici adagiati sull'ansa dell'Elba. E' la Gemäldegalerie Alte Meister, in cui i pittori italiani la fanno da padroni, a cominciare da Raffaello, e dove è possibile ammirare anche dei bellissimi quadri di Vermeer. E' la città quasi distrutta dai bombardamenti alleati, che hanno martellato sopratutto il centro. E' la città di "Mattatoio N.5" di K.Vonnegut. E' la bellissima vista dalla cima della cupola ricostruita della Frauenkirche.


Dresda - Sassonia - Germania
Acquerello su Moleskine Folio
Aprile 2012

Cross posted on www.notnottana.blogspot.com

mercoledì 11 aprile 2012

Sassonia, Turingia ed altre amenità ... (I)

Ormai con Ryanair che collega direttamente Roma con Lipsia, andare in Sassonia e Turingia è quasi come voltare l'angolo. E così per Pasqua abbiamo rispolverato giacche, cappotti, guanti e sciarpe. Perché è vero che è aprile, ma in Germania abbiamo trovato anche una bella nevicata.
La prima tappa del nostro viaggio è Lipsia. Una città dove ha vissuto a lungo J.S. Bach, dove ha insegnato, scritto meraviglie e dove è sepolto. E dove è anche vissuto Goethe. per anni la città è stata, come tutta questa regione, parte integrante della ex DDR, la Repubblica Democratica Tedesca. Insomma la Germania Est. E nonostante tutto lo sforzo della ricostruzione post unitaria, veramente grandioso, qualche traccia ancora se ne vede, sopratutto nelle periferie fatte di palazzoni in stile edilizia popolare sovietica, restaurati e a volte ravvivati da scelte cromatiche che solo parzialmente ne rendono meno triste l'aspetto. Però il centro cittadino è rifiorito. Negozi d'arte, locali, edifici storici e porticati completamente restaurati rendono la città un luogo piacevole in cui passeggiare e ritemprarsi gli occhi.

Nella ThomasKirke (Chiesa di San Tommaso) c'è la tomba di Johann Sebastian Bach, sempre piena di fiori, e tutta la città risente di questa aria culturale. Qui dentro il venerdì santo abbiamo assistito all'esecuzione della Passione di Matteo, per doppio coro, organo, archi e fiati. Scritta da Bach ed eseguita per la prima volta l'11 aprile 1727 proprio qui. Due ore fuori dal tempo.



Sopra l'interno della chiesa, con la sua navata centrale, con l'organo ed il coro ligneo a balconata, posti sopra l'ingresso principale e dove durante l'esecuzione del concerto si sono posizionati l'orchestra ed i cori.

Sotto il frontale anteriore della chiesa circondata da bellissimi alberi completamente in fiore che contrastavano con la scura facciata gotica.


Poi una lunga visita al Museo delle Arti Figurative dove c'è tanto da vedere, e dove purtroppo non ho potuto ammirare "L'isola dei morti (in tedesco, Die Toteninsel)", nella sua quinta versione, del pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin, che era in prestito presso un museo di Amsterdam.