È naturale cercare l'ombra nei pomeriggi afosi come quelli che hanno oppresso la città nelle scorse settimane: per questo invece di indirizzarmi verso il centro ho preferito camminare lungo i viali che costeggiano il Mugnone, ombreggiati da file di platani che, per la stagione avanzata, già cominciano a perdere le foglie.
Anche questa è una zona della città edificata fra l'Otto e il Novecento, dove i palazzi hanno forme e proporzioni altisonanti, ma raramente riescono a nascondere la loro natura di discendenti un po' impoveriti e privi di nobiltà dei magnifici palazzi del centro storico.
Tuttavia negli androni appaiono targhe in ottone che vietano l'ingresso alle biciclette o negano la possibilità di recapitare avvisi pubblicitari; se si vede apparire qualcuno alla finestra si tratta di una donna di servizio intenta a pulire i vetri; se si incontrano cani a passeggio sono tenuti al guinzaglio da domestici dall'aria annoiata: molti dettagli rivelano che gli abitanti di questa zona hanno buone possibilità economiche e un'alta considerazione di se stessi.
Per questo, quando ho visto questo villino così chiaro e luminoso, addirittura con i fiori alle finestre, l'ho scelto per il mio acquerello come avrei scelto un volto sorridente in mezzo a troppe facce seriose.
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